La Malattia da Reflusso Gastroesofageo (MRGE) è una condizione clinica conseguente al reflusso del contenuto gastrico in esofago (reflusso gastro esofageo, RGE).
Sebbene con gravità e frequenza variabili, in Italia circa il 44% della popolazione è colpita da MRGE, nel corso della vita.
La MRGE si manifesta tipicamente con dolore epigastrico, dispepsia, disfagia, odinofagia, nausea e vomito. La complicanza principale della MRGE è l’esofagite. Una complicanza a lungo termine è la metaplasia intestinale (esofago di Barrett).
Circa il 74% dei pazienti con MRGE presenta sintomi extraesofagei che, interessando le mucose delle vie respiratorie, si manifestano come tosse, laringite, sinusite, faringite, otiti medie, asma; in questi casi si parla di Reflusso Laringo Faringeo (RLF).
La patogenesi della MRGE è piuttosto complessa e il danno mucosale è il risultato della prevalenza di diversi eventi e fattori lesionali sui meccanismi di “protezione mucosale”. Questi ultimi si compongono di una barriera funzionale pre-epiteliale, data dagli ioni bicarbonato presenti nella saliva, dalla peristalsi esofagea (clearance esofagea) e dalla vera e propria barriera epiteliale
L’approccio terapeutico alla MRGE rimane piuttosto controverso e, in parte almeno, inadeguato; tanto che i dati disponibili dimostrano che circa la metà dei pazienti risponde poco alla terapia antiacida.
Ciò vale anche per i soggetti con sindrome atipica extraesofagea. I dati derivati dai trial controllati dimostrano che la terapia empirica con PPI non risulta più efficace del placebo nell’alleviare i sintomi di pazienti con RLF.
Sulla base di queste considerazioni e della constatazione del largo ricorso all’automedicazione con IPP, diventa forte la necessità di rifocalizzare le tematiche relative all’appropriatezza terapeutica del trattamento delle malattie da reflusso, peraltro in costante aumento, probabilmente anche a causa delle nuove abitudini di vita.